Ricordo ancora in modo nitido la pizza che preparava mia nonna. Due teglie: una bianca con le patate e mozzarella e una margherita. Mai una volta che decidesse di variare i gusti o i formati. La cosa che mi fa sorridere, ripensandoci oggi è che… anche le dosi erano sempre le stesse. Sia quando eravamo in tre, che quando eravamo in cinque, sempre la stessa quantità di impasto preparava. Forse perchè era la dose ottimale per impastarlo con sufficiente energia con le sue braccia forti, rese pesanti da anni di lavoro in campagna… o forse perchè lei aveva il potere magico che hanno le nonne e le madri di saper moltiplicare le risorse che hanno a disposizione. Succede per la dispensa, ma anche per quello che hanno cucinato.
La pizza di nonna era una pizza speciale. Quando decideva di prepararla era una festa. La cucinava sorridendo e noi tutti l’aspettavamo con lo stesso sorriso lievitato almeno il doppio.
Cucinata al forno elettrico, quello moderno della cucina “nuova”, la pizza veniva tagliata con le forbici da cucito grandi e nonna la distribuiva nei piatti con grande attenzione per i commensali, le gerarchie familiari e, in ultimo, i gusti personali: a nonno piacevano i tranci più morbidi e conditi, a mia madre quelli più bruciacchiati, io la più giovane, potevo ambire a quelli intermedi. Per lei, nonna, si riservava ciò che rimaneva. Non sceglieva mai per sè. Lasciava che lo facessero gli altri.
Quando poi ci mettevamo a tavola, e avevamo fatto il primo assaggio… era incredibile come ogni nostro sensore recepisse sempre la medesima nota. I profumi erano sempre straordinariamente uguali a loro stessi, la consistenza friabile al punto giusto, il pomodoro naturalmente dolce e la scamorza, quella “senz’acqua” che usava Lei, era sempre cotta, ma mai bruciata.
Oggi che in quasi tutte le città d’Italia, è sufficiente digitare un numero o collegarsi ad un App per ordinare una pizza comodomente a domicilio, si è persa quell’occasione, nonchè opportunità, di vivere la domenica sera con quell’energia e quella spensieratezza che gli impasti, la lievitazione e la condivisione di un cibo preparato sanno dare.
Eppure… quante volte pensando all’inizio della nuova settimana, durante la domenica pomeriggio, quando magari sono finite le partite, ci si è già riposati con un pisolino… gli ospiti del pranzo sono andati via… si avverte piano piano una strana sensazione che sale. Inizialmente la si può confondere con la noia, con la tristezza… fin quando non ci si accorge che è una sorta di ansietta riferita al lunedì, agli impegni che sentiamo essere tanti, pressanti, a volte caotici…
Avere nella dispensa un chilo di farina e una bustina come la chiamava nonna, potrebbe essere una risorsa. Un’opportunità per trasformare quell’emozione che ci lega all’indomani, in qualcosa di diverso, che ci ancora al momento presente, facendoci gustare ogni attimo: dall’impastare, all’attesa che lieviti il tutto, che si scaldi il forno, che si cuocia la pizza.
Cucinare è già di per sè un atto magico, ma quando la ricetta prevede la realizzazione di un piatto confort come la pizza, allora è come se tutto il suo potere di guarigione valesse il doppio.
E allora, senza starci troppo a pensare, la prossima volta che vai a fare la spesa, prevedi di tenere sempre a portata di mano, gli ingredienti per una pizza. Di seguito la ricetta di Nonna Elisa.
La pizza di Nonna Elisa
Ingredienti
1/2 kg di farina OO
1 bustina di lievito di birra
1 cucchiaio raso di sale
2 cucchiaini di zucchero
1/2 bicchiere di vino bianco
2 cucchiai di olio evo
acqua q.b.
1 bottiglia di pomodoro da 500gr
2 patate di media grandezza
2 scamorze da 200gr
Procedimento
In un’ampia ciotola, mettere la farina, il sale, lo zucchero, il lievito, l’olio e il vino bianco. In un bicchiere di acqua a temperatura ambiente, sciogliere con delicatezza il lievito di birra e attendere qualche istante prima di aggiungerlo al resto. Impastare energeticamente, aggiungendo eventuale altra acqua (sempre a temperatura ambiente), fin quando non si avrà ottenuto un impasto omegeneo e compatto.
Mettere a lievitare in posto tranquillo, caldo, con sopra l’impasto un panno umido per circa 2 ore.
Preparare nel frattempo un sugo di pomodoro non troppo denso e delle patate sbucciate, tagliate a fettine sottili e condite con olio e sale.
Una volta che l’impasto avrà raggiunto il doppio del volume di partenza, accendere il forno a circa 200°C e stendere su della cartaforno la pasta, facendo in modo di ottenere due teglie di circa 1 cm di altezza di impasto.
Condire una teglia con il sugo di pomodoro e l’altra con le patate preparate precedentemente.
Cuocere per almeno 20 minuti, ricordandosi, dopo circa 15 minuti di cottura, di disporre in modo omogeneo la scamorza tagliata a cubetti.
Una volta pronta la pizza, potete aggiungere un filo di olio a crudo, delle foglioline di basilico sulla mozzarella e pomodoro. Servire il tutto ben caldo con del Montepulciano d’Abruzzo DOP e della gassosa (abbinamento di Nonno Peppino).
Per info e prenotazioni, contattami al 347.1692195 o all’indirizzo giuliadisipio@libero.it
Ecco il link per iscriversi.
Ti potrebbero interessare:
Giulia Di Sipio, Counselor Relazionale Mediacomunicativo, Coach Relazionale Senior (posizione n°275 Ancore), specializzata in Counseling Gastronomico, concepisce il Cibo come una fonte di nutrimento olistico e uno strumento di lavoro su sé stessi: attraverso il processo alchemico che avviene in cucina, l’uomo sperimenta, trasforma, crea…e potenzia le sue abilità, la gestione delle sue risorse, la capacità di organizzazione, il problem solving.