Come onorare un passaggio con creatività e dolcezza
Questa mattina mi è arrivato un messaggio dalla mia mamma con una foto: l’immagine di copertina di questo articolo. Il bigliettino, realizzato da me quando avevo circa 6-7 anni, non appena l’ho guardato mi ha, immediatamente catapultata indietro nel tempo.
Oggi è la Giornata Internazionale della Famiglia e questo scritto vuole essere un modo, per me, di ricordare e fermare un momento tenero e di passaggio della mia infanzia, e per chiunque dovesse leggerlo, uno spunto. Magari per i suoi bambini… o magari per ricordare alla sua parte bambina che basta davvero poco per credere nelle favole e nelle magie.
Mi sembra ieri quando avvertii la strana sensazione del mio primo dentino da latte che si muoveva in preparazione della sua dipartita. Ricordo ancora la scena. Era di pomeriggio e stavo giocando con le bambole, quando ad un tratto la mia lingua, urtando l’incisivo superiore, si accorse che non era più saldo come al solito, ma, piuttosto traballante.
Lì per lì mi fece molta impressione la cosa, corsi dalla mia mamma e le chiesi cosa stesse accadendo… Mamma mi tranquillizzò. Fino ai miei 12-13 anni, mi bastava ascoltare la sua voce e, come per magia, era come se ogni paura, ogni emozione negativa… svanisse. Poi l’effetto benefico rimase, ma iniziai ad aver sempre più il bisogno di un confronto, di un dialogo.
Aspettammo che tornasse Silvana a casa per raccontarle la grande novità. Mamma spiegò alla mia madrina di Battesimo, alla quale sono e sono sempre stata molto legata, il grande avvenimento di quella giornata: stavo diventando grande e avevo iniziato a cambiare i miei denti da bambina in quelli da adulta. Che emozione!
Silvana e mamma mi fecero tantissime feste e, oltre a spiegarmi poi insieme che cosa stesse accadendo alla mia bocca, mi introdussero un’altra cosa importantissima: l’usanza di offrire in dono i miei denti al famoso Topolino dei denti, una creatura deliziosa che nessuno può vedere, amante dei piccoli dentini dei bambini, che ama lasciare, se glieli offri, piccoli doni in cambio.
Non mi sembrava possibile che ci fosse un animaletto tanto dolce da prendersi i miei dentini da latte e lasciarmi in cambio dei regali. Eppure mamma e Silvana me lo avevano assicurato… e io ci credevo sempre nelle loro storie. Anche quando erano super fantastiche, un po’ a limite.
Ero impaziente. Un po’ spaventata, ma ansiosa di fare l’esperimento e vedere se il Topolino veniva davvero.
Dovetti aspettare 2 giorni. Poi il dentino cadde. Quasi per caso. Mi uscì un po’ di sangue, ma ero così emozionata che tutto passò in secondo piano. Insieme a mamma e Silvana preparammo, per il nostro ospite notturno, un piccolo giaciglio fatto di ovatta, un pochino di acqua in un tappo di plastica, qualche pezzetto di pane e di formaggio. Silvana mi spiegò che era importante anche scrivergli un bigliettino per dargli il benvenuto. Ha sempre amato realizzare e scrivere i biglietti lei e questa sua passione è stata interamente assorbita da me.
Lo facemmo insieme. Tutto era pronto. Ci tenevo affinchè potesse riposare dopo il tanto lavoro. Chissà, magari sarebbe tornato anche altre volte!
Per la curiosità quasi quasi non riuscì a prendere sonno quella notte. Di continuo mi giravo e mi rigiravo nel letto immaginando a quando la magica creaturina sarebbe venuta a farmi visita… Nella mia testa era dolce, altruista e piena di lavoro.
Quando al mattino mi svegliai trovai solo poche briciole del pane e formaggio che avevo lasciato. L’ovatta era stata mossa, il dentino non c’era più e, al suo posto, trovai una pergamenina con venti mila lire. Che Topolino generoso avevo incontrato!
Festeggiammo il dono che mi aveva lasciato, io, mamma e Silvana e da quel momento in poi, per ogni dentino, ci inventammo sempre qualcosa di più curato e particolare per il nostro Topolino. Quando persi l’ultimo dentino, quasi quasi mi dispiaceva pensare che non sarebbe più venuto a trovarmi… e forse era lo stesso anche per lui, perché al risveglio non trovai solamente il suo dono, ma anche un piccolo bigliettino rilegato a mano. Doveva aver fatto tanta fatica il mio amico magico a scriverlo e rilegarlo con tanta cura. Ogni pagina era cucita all’altra con un filo nero. L’inchiostro, rosso, scriveva tenere parole in corsivo che mi ringraziavano per aver pensato a lui e mi facevano gli auguri.
Non ho mai dimenticato quel passaggio. Il rito del Topolino dei denti è rimasto indelebile nella mia memoria fino ad oggi, continuando a ricordarmi, al solo pensiero, di quanto sia importante onorare con creatività e dolcezza, quello che accade nella nostra vita.
E tu ricordi di qualche passaggio onorato in modo particolare durante la tua vita?
Quali momenti salienti ti ritornano alla memoria nel pensare con dolcezza alla tua infanzia? Se ti sembra che riaffiorino immagini che trovi oggi essere poco piacevoli, prova a guardarle con tutta la tenerezza e la comprensione di cui sei oggi capace. Niente è oggettivo. Dipende tutto da come lo si accoglie e lo si trasforma. E’ il principio della narrazione e del Counseling Narrativo. Se sei curioso, possiamo scoprirlo insieme.
Scrivimi la tua esperienza. Sarà un piacere leggere le tue condivisioni e i tuoi feedback!
Potrebbe interessarti anche: “Afrodite incontra Dioniso”, un incontro sull’eccesso e la moderazione
Potrebbe interessarti anche: “Il Cibo come via di crescita personale”, un momento di formazione
Potrebbe interessarti anche: “La gratitudine come nutrimento del nostro quotidiano”
Potrebbe interessarti anche: “Il cibo è un’attività olistica”
Giulia Di Sipio, Counselor Relazionale Mediacomunicativo, Coach Relazionale Senior (posizione n°275 Ancore), specializzata in Counseling Gastronomico, concepisce il Cibo come una fonte di nutrimento olistico e uno strumento di lavoro su sé stessi: attraverso il processo alchemico che avviene in cucina, l’uomo sperimenta, trasforma, crea…e potenzia le sue abilità, la gestione delle sue risorse, la capacità di organizzazione, il problem solving.